Il retro delle stampe non mente: gli scatti di Ulisse Bezzi hanno fatto il giro del mondo. Dietro le fotografie c’è una storia diversa e parallela a quella raccontata dalle immagini, una storia ancora da scoprire.

Da una parte il racconto di una terra e dei suoi abitanti, del paesaggio in trasformazione della campagna romagnola, della vita e delle relazioni dei suoi giovani. Dall’altra, invece, la storia di un lungo viaggio, quello percorso dalle fotografie stesse che, senza Ulisse, attraversavano il mondo.

Mentre, infatti, il fotoamatore di San Pietro in Vincoli non poteva allontanarsi dal paese natio (tanto era stretto il vincolo creato dal suo lavoro nei campi), le fotografie venivano spedite in Portogallo e in Finlandia, e poi ancora in Sud America, e così via fino a Hong Kong.


Lo scopo del viaggio era partecipare a concorsi fotografici, e i timbri stampigliati qua e là sul retro delle stampe sono testimoni di tutte le peripezie che queste hanno vissuto.

È così che le fotografie diventano anche documenti preziosi, «reperti cartacei che rivelano un intero piccolo universo fatto di sguardi, di uno specifico ritmo di vita e di lavoro, di un’aspirazione a vedere, e a volte di trasfigurare, la quotidianità di sempre» come ha osservato la curatrice Alessandra Mauro.

In mostra presso lo spazio espositivo di PR2, dal 3 novembre 2017 al 7 gennaio 2018, sono esposte le stampe originali di Ulisse Bezzi e di alcune, grazie all’apposita realizzazione di cornici apribili, è possibile vedere anche i timbri sul retro.

Le foto sono le stesse che Ulisse teneva nella sua casa, solitamente impilate dentro ad un vecchio armadio, e che conservava per il forte legame affettivo, senza immaginare, neanche lontanamente, che nascondessero una storia così preziosa.