Diego Rivera

All’anagrafe Diego María de la Concepción Juan Nepomuceno Estanislao de la Rivera y Barrientos Acosta y Rodrígue (Guanajuato, 1886 – Città del Messico, 1957), è stato uno dei più influenti pittori e muralisti messicani, nonché esponente del Partito Comunista Messicano. Le sue opere trattano temi sociali e di attualità politica,  con un’estetica che attinge all’arte tradizionale messicana, arricchita dall’esperienza europea.

Figlio di un maestro di scuola, Rivera dimostra già dall’infanzia un innato talento per il disegno e inizia la sua formazione artistica in giovane età.

A diciannove anni (1905), grazie ad una borsa di studio triennale ha l’opportunità di continuare la sua formazione in Europa, dove frequenta l’intelligentia artistica: conosce Ramón del Valle Inclán, Alfonso Reyes, Pablo Picasso e Amedeo Modigliani. Si avvicina al cubismo, ai fauve, al futurismo. In questo periodo inizia a farsi un nome nelle gallerie parigine.

Rivera torna in Messico nel 1922: qui inizia a dedicarsi ai murales sugli edifici pubblici di Città del Messico, e il clima postrivoluzionario infiamma la sua pulsione verso la lotta sociale. Aderisce al Partito Comunista Messicano e, insieme ad altri attivisti, fonda il Sindacato dei Pittori, Scultori ed Incisori Rivoluzionari. Nello stesso anno incontra per la prima volta la pittrice e attivista Frida Kahlo, che sposa nel 1929, sancendo così un legame artistico oltre che sentimentale.

La sua arte vicina agli ideali comunisti gli fa guadagnare i favori del regime sovietico, che lo ospita nel 1927 per l’anniversario decennale della Rivoluzione d’Ottobre. Con altri artisti sperimenta la pittura di grandi affreschi murali utilizzando colori vivi e uno stile semplificato, spesso ritraendo scene della rivoluzione messicana. Tra i suoi affreschi più emblematici ci sono quelli del Palazzo nazionale a Città del Messico e quelli della scuola nazionale d’agricoltura a Chapingo.

C’è un forte attrito tra la sua attività politica e artistica visto che, in contrasto con la propria ideologia, continua ad accettare commissioni dalla borghesia come accade durante il suo periodo negli Stati Uniti. Qui svolge un lavoro per il Rockefeller Center di New York (1933) in cui però inserirà la figura di Lenin, il che gli costerà il licenziamento oltre che la distruzione dell’opera e la revoca della commissione degli affreschi destinati alla fiera internazionale di Chicago.

Nel 1936 Rivera appoggia la richiesta di asilo in Messico del politico e rivoluzionario russo Leon Trotsky, che gli costa l’espulsione dal Partito Comunista. L’asilo politico viene concesso l’anno successivo, ma infine nel 1939 Diego prende le distanze dal dissidente russo. Nello stesso anno, anche a causa della figura di Trotsky, entra in crisi il matrimonio con Frida Khalo, dalla quale divorzia per poi ricongiungersi l’anno successivo.

Nel 1950, insieme al pittore e muralista David Alfaro Siqueiros, illustra il Canto General di Pablo Neruda, ambiziosa opera monumentale sulla natura e la storia del continente americano. Cinque anni più tardi, dopo la morte della moglie, si unisce in matrimonio per la quarta volta: l’ultima moglie è Emma Hurtado.

Diego Rivera muore il 24 novembre 1957 a Città del Messico, poco prima di compiere 71 anni. I suoi resti vengono collocati nella “Rotonda degli uomini illustri” (Rotonda de las Personas Ilustres), nel cimitero civile di Panteón de Dolores, a Città del Messico.