Terra coltivata, uno spazio isolato con poche abitazioni, una leggera umidità dell’aria percettibile sulla pelle. Vi trovate nella campagna romagnola, luogo che accoglie casa e studio del fotografo Ulisse Bezzi.

A seguito della sua recente scomparsa, avvenuta il 14 novembre 2020, vogliamo ancora una volta rendere omaggio al fotografo contadino che, fra i tanti, è stato ospite presso le sale di PR2.

Non esistono biografie o autobiografie di questo personaggio, che ha vissuto senza voler fare rumore: solo negli ultimi anni ha ottenuto la notorietà che meritava, mai chiesta né rincorsa. Per lui fotografare era provare un’emozione, non un lavoro: quest’ultimo lo faceva nei campi, come una volta.

Un uomo di altri tempi, autodidatta, che ha saputo cogliere la meraviglia nelle immagini che rincorreva per piacere personale. Un uomo che ricercava la perfezione nei volti, nelle proporzioni della sezione aurea, che la tradizione pittorica ci ha insegnato, e che ancora una volta ci ricollega al suo tentativo di comprendere la natura.

Inizia il proprio cammino come foto-amatore nei primi anni ’50, in quei famosi circoli romagnoli che nel dopoguerra erano un luogo di sfogo. Gli artisti cercavano, nella fotografia, una ripresa e una verità non narrabile a parole. Ulisse Bezzi utilizza il suo tempo libero per fotografare i paesaggi a lui più affini, gli amici e i volti dei bambini. Sviluppa le sue foto negli spazi casalinghi, nel bagno, nella cucina, in quello che rimarrà per sempre il suo studio e luogo del cuore.

Come ogni grande fotografo, Ulisse Bezzi attua una vera e propria ricerca personale: prende tempo per creare lo scatto desiderato, poggia l’occhio al mirino e cura l’immagine fino alla sua esposizione. Il loro postumo, nonché la fase di post-produzione, ha sempre avuto per lui pari importanza alla fase di scatto. Lavora in camera oscura finché l’immagine non rispecchia ciò che si era premeditato.

Ulisse Bezzi è stato un uomo di rara sensibilità che ci ha aperto, grazie alle sue fotografie, una porta sulla storia e l’evoluzione della nostra Romagna.

Lascia la moglie, Giulia, il figlio Pietro e il nipote Giovanni.

Porgiamo condoglianze alla famiglia.

 

 

 

Vi rimandiamo alla lettura di altre pubblicazioni scritte a proposito di questo fotografo, che troverete qui, su questa piattaforma.

Articolo scritto da Chiara Santoli